Vittorio Feltri: durissimo contro il sistema giustizia italiano
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Direttore: Alessandro Plateroti

Vittorio Feltri: durissimo contro il sistema giustizia italiano

Vittorio Feltri

Il direttore di Libero ha parlato della prossima riforma sulla giustizia, criticando pesantemente i gradi di giudizio.

Vittorio Feltri torna a parlare di argomenti spinosi: questa volta, nel suo personalissimo editoriale, ha affrontato la riforma della giustizia italiana. “È in corso una aspra discussione – scrive il direttore di Libero – riguardante la riforma della giustizia di cui si parla da anni ma che non è mai stata neppure seriamente avviata. Su un punto anche recentemente si è sempre sorvolato. Cioè sui gradi di giudizio che notoriamente sono tre: primo grado, appello e Cassazione, la parola della quale essendo l’ultima è decisiva“.

Secondo Feltri, le decisioni dei primi due gradi sono praticamente inutili, visto che spesso ci si è imbattuti in decisioni della Cassazione capaci di ribaltare completamente le prime sentenze emesse dai giudici. Il direttore di Libero fa l’esempio di Alberto Stasi: “Accusato al termine del lungo iter giudiziario di aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi e sbattuto in galera, 16 anni di pena carceraria. Il giovane considerato innocente nei primi due giudizi, al terzo è stato punito. Se ci pensate bene ciò è assurdo“.

Si è trattato di un contenzioso interno alla magistratura – commenta Feltri – i giudici di ben due Corti d’Assise avevano assolto il giovanotto contro il quale non erano state trovate prove di colpevolezza, mentre la Cassazione ha estratto dal cilindro gli elementi idonei per infliggergli una pena pesante

vittorio feltri
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Una giustizia che litiga con sè stessa

Già la nostra giustizia non brilla sempre per efficienza – continua il direttore di Libero – se poi le consentiamo di litigare al proprio interno per decidere se ingabbiare un tizio o lasciarlo libero è ovvio che al termine dei procedimenti si abbia quale risultato un gran pasticcio che lede la persona, sottoposta a una sorta di tortura per anni e anni“.

La proposta di correzione all’attuale sistema farraginoso non è complicata da attuarsi – conclude FeltriChi viene assolto in prima istanza da un tribunale va lasciato in pace evitandogli un nuovo processo, ovvero senza che un pm sia autorizzato a prolungargli i tormenti. Chi invece viene condannato deve poter godere di un appello, si tratterebbe di una forma di garanzia“.

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ultimo aggiornamento: 15 Luglio 2023 11:15

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